Junji Ito, nato nel 1963, è un mangaka poco noto in occidente che, durante la propria vita, si dedicato quasi completamente alla creazione di racconti horror. La sua carriera ha un’inaspettata svolta quando, a seguito del successo del film
The Ring, il genere horror torna prepotentemente di moda.
Tomie attira l’attenzione di qualche produttore e viene trasposto, nel 1998, in un film. Il soggetto inquietante, complice la bella e immortale protagonista, con i suoi lunghi capelli, fa sì che ottenga un grande successo di pubblico e diventi il primo di una lunga serie di adattamenti cinematografici che continuarono fino al 2007, creando una vera e propria saga. Junji Ito ha sempre più seguito e i suoi soggetti danno vita, in meno di un decennio, ad una ventina di film. Uno di questi,
Uzumaki, che racconta le vicende di una cittadina ossessionata dalle spirali, è stato recentemente adattato anche in italiano
grazie a Dynit.
Il primo editore a credere nelle potenzialità del mangaka è
Hazard Edizioni che decide di portare in Italia la sua opera più famosa. Nasce così un volume che raccoglie alcuni racconti che vedono come protagonista l’inquietante entità che si nasconde sotto le sembianze di una bellissima ragazza chiamata Tomie. Sfortunatamente in pochi si sono accorti di questo prodotto: ho avuto recentemente, e quasi casualmente, modo di leggerlo e ne sono rimasto colpito.
Tomie è un inquietante essere dalle sembianze di una bella ragazza con il potere di far innamorare di se gli uomini. Crea in loro une vera e propria dipendenza e ossessione che li porta inizialmente a pendere dalle sue labbra, ma che con il passare del tempo sfocia in una incontrollabile follia. Man mano che la gelosia prende il sopravvento gli sfortunati saranno spinti a uccidersi e vicenda e non è escluso che, in preda ad un raptus di ira, infieriscano sulla stessa Tomie massacrandola nei modi più atroci. Ma con la sua morte gli sfortunati non saranno liberi dall’incubo che li tormenta: una volta che sceglie una vittima inizia a ossessionarla senza lasciargli tregua o respiro. Non si può scapparle, non la si può nemmeno uccidere: è in grado di rigenerare il suo corpo e ogni suo frammento può dar vita a una nuova se stessa, totalmente indipendente e spinta dagli stessi insani impulsi.
E’ l’incarnazione stessa delle emozioni più negative che nascono dal desiderio, sentimenti che non possono essere soppressi, ma che prima o poi trovano sempre modo di riaffiorare.
I brevi racconti sono tutti inquietanti, Tomie non si limita ad attaccare solo gli uomini, ma sono spesso proprio le donne a far le spese del suo operato. Il tratto, che predilige l’uso delle chine ai retini, riesce ad appesantire ulteriormente l’atmosfera rendendola ancora più cupa. Con il passare delle pagine diventa inoltre sempre più preciso, gradevo ed efficace.
Si tratta di una serie di vicende autoconclusive che non si strutturano in una storia continuativa, ma che staccano fra loro in modo netto presentando situazioni e ambientazioni molto lontane fra di loro. Questo potrebbe deludere chi spera di trovare una trama che illustra le origini e la fine di Tomie. Invece, pur apparendo sempre con lo stesso aspetto e avendo sempre lo stesso effetto sugli uomini, ha atteggiamenti e comportamenti diversi da episodio ad episodio. D’altra parte in questo modo la sua figura è resa ancor più misteriosa e intrigante, trasformandola in una sorta di leggenda metropolitana. Si tratta comunque di un aspetto molto soggettivo, di certo l’ho trovato un buon horror in grado di suggestionare il lettore e, pertanto,
vi consiglio di dargli un’occhiata.
Hazard offre un’edizione con sovracopertina curata e di ottima qualità, ma ad un prezzo, 10 Euro, superiore a quello dei concorrenti. Si tratta anche in questo caso di un prodotto di nicchia e pertanto la scelta dell’editore pare obbligata.